sabato 31 agosto 2013

[(s)Concerto poetico n. 29]

Capelli bianchi. Meglio colorarli?
Se ancor vuoi "cuccare" forse é meglio farli.
Eppure si vedono, parlo del maschile problema,
tanti che imbiancati li portan senza alcun patema.
Perché a qualcuno, quel pepe e sale,
dà pure un fascino niente male.
Un esempio é il Clooney, ovviamente;
ma anche Sean Connery e altra gente.
Restando tra i “mortali”, e il tiro quindi abbassando
(che qualcuno laggiù, si sta già lamentando),
pure alcuni di noi non ci stanno male
con la chioma bianca al naturale.
Ovviamente io medesimo mi autoescludo,
così nessun altro, spero, deludo.
Il discorso da fare per le donne é diverso,
e approfondirlo qua é forse tempo perso.
C'é tutta una questione di immagine culturale,
e per loro, i capelli, tingersi é naturale.
Anche qui però ci sono di casi tanti,
con donne già canute ma ancora affascinanti.
Ma tutto il discorso più semplice si presenta,
se il capello lì in cima a rimanere... stenta ^_-
gp

venerdì 30 agosto 2013

[(s)Concerto poetico n. 28]

Quando in una galleria entriamo,
per un secondo interdetti noi restiamo.
Anche se dentro é illuminato,
il cambio da fuori non é immediato.
Quasi non ce ne accorgiamo,
perché da tempo lo facciamo;
ma il nostro cervello, che nei millenni si è aggiornato,
ha pur mantenuto il ricordo di un tempo passato
in cui le grotte e gli altri pertugi
eran ben bui e senza agi.
E quindi, la nostra parte animale
talvolta al buio ha una paura ancestrale.
Almeno fin quando sul fondo non ci appare
la luce da fuori, quasi ci venisse dalle tenebre a salvare.
Restiamo poi all'uscita abbagliati,
ma ormai del tutto rincuorati.
Forse ho un tantino esagerato,
ma alcuni di voi lo troveranno adeguato
a spiegare in parte la sensazione
di claustrofobia che prende talvolta, pur senza intenzione,
a percorrere un tunnel lungo alquanto,
sperando che l'uscita non sia lontana più di tanto.
Se poi c'è anche qualche rallentamento...
Oddio, che si fa? Non si resiste un momento!
Ora smetto, non abbiate paura.
Che a parlarne pure per me si fa dura.
Allora al sole un momento tutti usciamo,
e ogni timore dietro di noi ci lasciamo.
gp

giovedì 29 agosto 2013

[(s)Concerto poetico n. 27]

Con la tastiera del telefonino,
non é semplice, scrivere un messaggino.
I tasti son piccoli, le dita grandi;
vuoi schiacciare una lettera, e invece un'altra prRndi...
Ecco, appunto, lo stavo dicendo:
l'errore é in agguato, lo fai sol premendo,
con il tuo "ditino",
la lettera appresso nel tastierino.
E vogliamo parlar dello splendido T9?
Che vuoi scriver "prive" e te lo cambia in "prove"?
Eppure i ragazzi a scriver sono dei campioni.
In un attimo. mettono faccine e abbreviazioni.
Che prova a tradurre quel che hanno scritto...
Dopo un poco, di certo, ne esci sconfitto!
Ma tutto sommato l'SMS é una grande invenzione;
ci son pure le emoticons per trasmettere, appunto, anche l'emozione.
E allora ben vengano, queste evoluzioni.
Che però le aiutino, le relazioni.
E non che, per dire, al ristorante
si veda la gente non parlare, ma con la mente distante,
perché l’attenzione é tutta impegnata
a far col telefono un messaggio o una chiamata.
gp

mercoledì 28 agosto 2013

[(s)Concerto poetico n. 26]

Una volta feci veloce un cane disegnato.
Ma dopo un po' sentii forte un latrato
che proveniva da sopra il foglio
(giuro che non é un abbaglio).
Mi guardava, il cane fatto solo a matita,
con un'espressione un po' contrita.
Sembrava dire, con quel suo lamento:
"Tu mi hai creato, ma io non son contento...
Almeno a colori, farmi potevi;
poco di più, tu ci mettevi.
Un poco di marrone per il pelo,
come i capelli di tuo cugino Carmelo.
Gli occhi azzurri e la mia lingua rosa.
Non pensi sarebbe stata una bella cosa?"
Io lo guardavo piuttosto indeciso,
se appallottolarlo con un colpo deciso.
Poi preferii farlo contento,
piuttosto che avere un immediato pentimento.
Presi allora dal cassetto i pennelli,
e lo colorai tutto con gli acquerelli.
Alla fine, contento del risultato,
mi chiesi se per caso non avessi sognato.
Nel dubbio, da allora, presi l'impegno
di non lasciar più a metà nessun mio disegno.
Questa metafora va presa, nella vita, come regola generale.
Perché quel che si inizia va sempre finito, sia nel bene che nel male.
E una cosa lasciata in sospeso,
anche se nel tempo ignorata, ha sempre un suo peso.
Che può essere grave oppure leggero,
ma le cose completare dà più soddisfazione, non è un mistero.
Meglio chiuder nella vita i nostri conti,
che poi aver solo dei rimpianti.
Ché quando meno ve lo aspettate, foste anche a Toronto,
li sentirete latrare... pardon... chiedere il conto!
gp

martedì 27 agosto 2013

[(s)Concerto poetico n. 25]

Dalla scorsa settimana, la barba ho fatto crescere;
ma non essendo io un gran cliente per il barbiere
(nel senso che mi cresce poco o niente:
un millimetro, o anche meno, giornalmente),
a spizzichi e bocconi mi è comparsa sopra il mento.
Eppure, mi son detto, per una volta tento!
E allora ecco qui che ancora porto, sul gargarozzo,
una barbetta che mi fa d'aspetto un poco... zozzo.
Mia moglie dice: “Tagliatela!
Che tanto non ce la fai, a farcela.
Stai male, con quelle pelurie rare.
Che idea t'é venuta, stando al mare?”
Ma io, testardo come un muletto,
ancora per farla crescere un poco aspetto.
Altrimenti, per vedere come mi sta in faccia,
comprare io dovrei una barba posticcia.
E non chiedetemi una foto da postare;
per quella, un lontano giorno dovrete aspettare.
Intanto sol gli amici vicini e i parenti, singoli o a gruppi,
potranno, in anteprima, vedere gli sviluppi.
O magari poi mi stufo dopo neanche un mese,
e un taglio ci darò con qualche arnese.
gp

lunedì 26 agosto 2013

[(s)Concerto poetico n. 24]

Alti o bassi,
magri o grassi,
sono i bagnanti sulla spiaggia
(e questo mi ricorda che c'ero pur'io, mannaggia!).
Di tutte le fogge e di tutti i colori,
i costumi di dame, bambini e signori.
I bimbi giocano a far di sabbia i castelli,
portando dal mare l'acqua nei loro secchielli.
I grandi invece, coi racchettoni,
provano a far come del tennis i campioni.
E ancora si gioca in acqua a palla,
che tanto se cade, poi resta a galla.
Si prende il sole da mattina a sera,
per diventar marroni come si spera.
E alla fine della giornata,
dopo anche più di una nuotata,
si va tutti a fare una doccia
per toglier quel sale che un poco scoccia.
Poi alla sera si può ritornare
a veder la luna che si specchia nel mare.
gp

domenica 25 agosto 2013

[(s)Concerto poetico n. 23]

Ecco a voi che qui vi annuncio,
che ora a scrivere ricomincio!
Proprio ieri sono infatti tornato,
dopo che una settimana al mare sono stato.
Il tempo, devo dire, è stato assai clemente:
un po' di pioggia molto presto una mattina, poi più niente
(ma quando ero quasi arrivato,
un bel temporale, quaggiù, abbiam beccato).
E allora spiaggia, sole, bagni e sudore;
questa, la dura vita del campeggiatore...
Con purtroppo ancora della tosse la noia,
che vi assicuro non é stata una gioia.
Ma ora che son “resuscitato”,
ad affrontar l'autunno, son (quasi) preparato.
In attesa magari di tornare,
il prossimo anno, a stessa spiaggia, stesso mare.
Perciò mi ritroverete più in forma di prima,
con già nel cassetto ben più di una rima.
E come proposito per la nuova “stagione”,
vi prometto, in questa mia solitaria agone,
di impegnarmi da adesso a rimare
anche in altre forme che non sia solo quella in “baciare”.
Ecco a voi quindi, a mo’ di sigillo,
un esempio di quello che farò, così vi titillo:
“Io dovrei di più osare,
e allora sarà quello che farò!
Anche dovessi sbagliare,
i vostri impietosi giudizi volentieri accetterò.”
Infin, in cima anche un titolo avete trovato,
dall'amica Anna Bimbi ottimamente pensato.
Così, quando di queste agli amici parlerete,
non solo con un numero, le indicherete:
"Sai che Gianpaolo un nuovo (s)concerto poetico ha pubblicato?
Questa mattina me lo son proprio gustato."
Od ovviamente, se non l'avrete apprezzato:
"Meglio che l'orto, stamani avesse zappato!"
gp

venerdì 16 agosto 2013

[22]

Chi vuol esser lieto sia
(a legger la mia quotidiana poesia).
Ma da doman non v'é certezza,
che io riesca a proseguir questa... stoltezza.
E non perché la vena poetica avrò esaurito,
ma perché sarò per certi lidi partito.
Una settimana o poco più,
ci faremo quindi in riva al mare blu.
L’intenzione è di non portare
tablet, netbook o altro tecnologico materiale.
Per cui, a parte i messaggi sullo smart-telefonino,
me ne starò tranquillo un pochino.
Anche se immagino che con questa vena scalpitante,
di parti di “poesie” ne scriverò, a penna, tante.
E al ritorno, questo é certo,
qui riprenderà (bontà vostra) il mio poetico concerto.
Ora, giusto per qui non interrompere, (che non vi voglio male abituare ;P)
vi chiederò un consiglio per la mia via illuminare.
Avrete notato, se le leggete, peraltro,
che le mie “poesie” talvolta paion ben altro:
sono commenti, domande o impressioni;
non proprio poesie, ma piuttosto disgressioni.
E allora quindi, per ben nominarle,
ditemi voi, come mi conviene chiamarle.
“Riflessione poetica”
a me pare aver una bella estetica.
Ma forse è più esatto dire
che è un componimento, quel che vi vado ad elargire.
D’altronde se non gradite,
un altro termine a scelta in libertà proferite
(hai visto mai che io sia stato così ispirato
e un’altra forma di scrittura possa aver inventato... ^_-).
E al mio ritorno (dopo il 24) da queste vacanze,
riaprirò con questo nome le mie danze!
gp

giovedì 15 agosto 2013

[21]

Nel paese dove vivo, oggi è giorno di mercato;
non so ben chi l’abbia scelto, ma l’avrà ben valutato.
Perché in altri posti cade di sabato, o in un altro giorno.
Insomma, quando lo saprò, di sicuro vi aggiorno.
Non so se anche a voi succede mai di andarci,
e magari un po’ passare il tempo a girarci...
Ci son banchi che copron ogni via,
con sopra ogni genere di mercanzia:
stoffe, abiti, lane e cotoni,
e poi sementi, rastrelli e anche forconi.
Della cucina tutti gli utensili;
per le signore, profumi e collane coi monili.
Per i signori, cappelli e cravatte,
ma anche pigiami e pure ciabatte.
E formaggi, salumi, spezie e olio per cucinare,
vini, caffè e tutti i dolci per il post-desinare.
E ancora frutta, verdura, sementi e innaffiatoi.
Comprali oggi, che sei qui e lo puoi!
Perché da domani dovrai aspettare,
ché solo di giovedì ci potrai ritornare.
C’è chi vi arriva dai posti più lontani,
e qui fa la spesa per giorni dei pani.
Ma anche si viene al mercato a trovare
l’amico o l’amica che qui è per comprare.
Ci si racconta le notizie del proprio paese,
e poi ci si saluta con fare cortese.
Quando io ancora vivevo in città,
mi ricordo che diversa era là la realtà:
chi va a far la spesa al mercato cittadino,
sempre di fretta porta in giro il cestino.
Poco ha tempo per fermarsi a parlare,
anche perché è più raro lì qualcuno trovare.
Anche i bambini e i ragazzini,
ancora oggi, nei paesini,
trovano che il giorno di mercato
sia in qualche modo più... beato.
Spero non cambi nel tempo, la situazione,
perché a veder la gente allegra, dà più soddisfazione.
Anche se è vero, io qui lo confesso,
che “cittadino” ero, e lo son pure adesso.
gp

Ora al mercato andrò a prendere un bel pollo arrosto,

ma intanto, ne approfitto per augurarvi Buon Ferragosto!

mercoledì 14 agosto 2013

[20]

Il pescatore tirò su la rete col pescato,
e in essa trovò un casco di aspetto inusitato.
Da sotto il pelo dell’acqua, venivano bolle rare,
che verso la riva sembravano andare.
Intanto un bambino giocava con la sabbia,
senza accorgersi che dal mare saliva come una nebbia.
Faceva un castello, con secchiello e paletta;
era arrivato da poco con la sua bicicletta.
Poi una mano, ma pareva un badile,
si avvicinò a lui, che pareva così esile.
Alla Capitaneria del Porto i pescatori erano andati,
con quello strano casco e un poco agitati.
Subito le squadre erano state allertate:
partiron sui quad dalle ruote gommate.
Tutta la spiaggia battendo percorsero,
fin quando il posto col bimbo raggiunsero.
Lui stava ancora giocando, pacifico e beato,
col nuovo castello, che sembrava fatato:
con alte torri, la fisica sfidando,
lasciando tutti i grandi a non capire pur guardando.
Poco più in là, sull’acqua, erano di nuovo apparse
le bolle di prima, ma dopo un po’ furon scomparse...
gp