lunedì 25 novembre 2013

[(s)Concerto poetico n. 115]

La donna era terrorizzata:
da un momento all’altro, l’uomo, per picchiarla, l’avrebbe trovata.
Si era nascosta in una stanza della casa,
dopo che lui, di avere una qualche colpa, l’aveva persuasa.
Ma aveva tolto tutte le chiavi dalle porte, quell’immaturo,
e così lei non poteva chiudersi dentro al sicuro,
sperando, inutilmente, che gli passasse la rabbia;
come se, in passato, mai fatto lui l’abbia.
Ha ormai lividi in tutto il corpo, o quasi,
perché lui non si limita a dirle brutte frasi.
Si è anche guardato bene dal farglieli in posti evidenti
(almeno non le ha rotto anche i denti).
Coi pugni ci sa proprio fare:
nei punti giusti, glieli sa dare.
Per non parlare di quando usa altro;
nel torturarla si è dimostrato piuttosto scaltro.
Spesso, poi, lei ha anche vomitato,
ma questo solo di più l’ha reso alterato.
I passi e le urla nel corridoio ormai si avvicinavano.
Lo faceva apposta, a fare quel baccano,
così lei sarebbe stata sempre più intimorita,
ed esausta per quell’attesa infinita.
La porta della stanza si aprì con un calcio,
perché per lui era solo un intralcio.
Di urlare, lei, non aveva più neanche il vigore,
ma di colpo… si svegliò in un bagno di sudore.
Per fortuna, era stato solo un brutto sogno.
Di aver ancora di queste paure non c’era più bisogno,
perché in quel 2113, erano giusto cent’anni
che contro le donne gli uomini non facevano più danni.
gp

NB: 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

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