venerdì 16 agosto 2013

[22]

Chi vuol esser lieto sia
(a legger la mia quotidiana poesia).
Ma da doman non v'é certezza,
che io riesca a proseguir questa... stoltezza.
E non perché la vena poetica avrò esaurito,
ma perché sarò per certi lidi partito.
Una settimana o poco più,
ci faremo quindi in riva al mare blu.
L’intenzione è di non portare
tablet, netbook o altro tecnologico materiale.
Per cui, a parte i messaggi sullo smart-telefonino,
me ne starò tranquillo un pochino.
Anche se immagino che con questa vena scalpitante,
di parti di “poesie” ne scriverò, a penna, tante.
E al ritorno, questo é certo,
qui riprenderà (bontà vostra) il mio poetico concerto.
Ora, giusto per qui non interrompere, (che non vi voglio male abituare ;P)
vi chiederò un consiglio per la mia via illuminare.
Avrete notato, se le leggete, peraltro,
che le mie “poesie” talvolta paion ben altro:
sono commenti, domande o impressioni;
non proprio poesie, ma piuttosto disgressioni.
E allora quindi, per ben nominarle,
ditemi voi, come mi conviene chiamarle.
“Riflessione poetica”
a me pare aver una bella estetica.
Ma forse è più esatto dire
che è un componimento, quel che vi vado ad elargire.
D’altronde se non gradite,
un altro termine a scelta in libertà proferite
(hai visto mai che io sia stato così ispirato
e un’altra forma di scrittura possa aver inventato... ^_-).
E al mio ritorno (dopo il 24) da queste vacanze,
riaprirò con questo nome le mie danze!
gp

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