lunedì 5 agosto 2013

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In autostrada, per ragioni che non sto a elencare,
da un po’ di tempo io evito di guidare;
e allora ho la possibilità, dal mio finestrino ,
di dare un’occhio al mondo che mi scorre vicino.
É una strana sensazione,
vedere l'orizzonte cambiare senza interruzione:
le case e la campagna,
Il mare e la montagna...
Tutto passa a gran velocità.
Senza lasciare un gran ricordo, in verità.
Rimane solo una memoria confusa
che lascia perlopiù una nostalgia diffusa
di quello che doveva essere una volta,
quando per viaggiare la fatica era molta.
A dorso di un mulo, un cammello o su due gambe,
verso le piramidi oppur le catacombe.
O anche solo per il gusto di viaggiare,
e nuove terre ignote esplorare.
E poi penso anche ai pellegrini,
che ai santuari arrivavano magari più magrini.
Ora, con Kerouac non cerco certo un paragone,
e un inedito “Sulla (auto)strada” propinarvi (o mi arriva un ceffone!).
Ed è per questo che qui termino lesto lesto
e sulle prossime rime da comporre mi appresto.
gp

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