venerdì 15 novembre 2013

[(s)Concerto poetico n. 105]

Ho conosciuto una ragazza trentina;
ancora giovanissima, non arriva alla trentina.
L’altro giorno quella ragazza ho, col mio fascino, cìrcuito,
e l’ho portata a vedere le auto correre sul circùito.
“Ehi, guarda quello, nelle qualificazioni, come fila!
Sicuramente sarà per essere poi alla partenza in prima fila.”
“Accidenti, quella macchina non parte...
Ma i meccanici, l’avran controllata in ogni sua parte?”
Poi, siccome a veder le corse un languorino sempre mi sale,
siamo andati a mangiare lì vicino un astice al sale.
Le posate che ci han dato avevano ben più di un lustro,
e non è che al ristorante questo desse un gran lustro.
Al momento di presentarmi la fattura,
ho avuto anche da ridire sulla, delle pietanze, fattura.
Forse alla tipa non è garbato, visto che mi ha dato una gran botta sull’òmero,
e poi mi ha mandato, da solo, a casa a legger Omèro.
Magari si aspettava già le dessi un anello di preziosa lega,
la qual cosa di solito evito, perché troppo mi lega.
Insomma, non sempre quella con cui esco ben lo accetta,
ma io, per certe cose, son tagliato con l’accetta.
Forse, nei miei rapporti son troppo cùpido,
mentre le donne si aspettano sempre di veder arrivare Cupìdo.
Ora la smetto, che vedo già troppe facce scure;
non vorrei che qualcuno di presentasse a casa mia con una scure...
E che, della questione giunti al nòcciolo,
mi faccia far la fine della legna del nocciòlo.
Ma per aggiungere, in questo componimento, un (quasi) ultimo verso,
meglio, della medaglia, considerare l’altro verso.
E quindi, scusate, lettori miei: un esperimento è stato,
ma non facciamone, per questo, un affare di stato.
Giudicatelo quindi, nel suo complesso,
e non fatemi venire, per averlo così fatto, un complesso
in cui si manifestino i miei interiori dèmoni
(certo, sarebbe da parte vostra una cattiveria da demòni).
Per non essere quindi da voi condannato all’ “ultimo miglio”,
ora mi dileguo, e vado a dare al canarino il suo miglio.
gp

Nessun commento:

Posta un commento