martedì 5 novembre 2013

[(s)Concerto poetico n. 95]

La mangusta coraggiosa,
può battere cobra a iosa.
È un’esperta nella lotta sulla sabbia;
sa ben controllare la propria rabbia.
È veloce come il fulmine,
e porta l’avversario fin della lotta al culmine,
per poi sferrare l’attacco mortale
che ha reso leggendario l’animale:
alla base della nuca stringe coi denti il serpente,
in modo che questi non possa fare più niente.
Persino il grande Kipling le ha fatto onore,
quando, di Rikki-tikki-tavi narra le gesta con ardore
in quel classico da tutti conosciuto
che è il “Libro della giungla” (almeno nel disneyano, parziale, tributo).
L’unica cosa che la mangusta non sa  fare,
è di, con noi umani, parlare.
Perché altrimenti, forse, ci spiegherebbe
che lei, di combattere serpenti, a meno farebbe.
Che preferirebbe magari vivere tranquilla nella sua tana,
invece di essere mostrata per le strade in quella terra lontana;
dove ai turisti e altri paganti vedere piace
quell’animaletto, cui non si dà pace,
combattere per forza contro il suo atavico avversario,
anche quando non sarebbe per lei necessario.
Questo solo per dare qualche brivido ai curiosi,
che si accalcano intorno numerosi,
perché qualcuno da quello ci possa guadagnare
e così quei poveri animali sfruttare.
gp

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