martedì 26 novembre 2013

[(s)Concerto poetico n. 116]

Il sonno si faceva sentire,
eppure, non era ancora ora di dormire.
Mi ero sdraiato sul letto per leggere,
ma in un’altra posizione mi sarei dovuto mettere.
Perché quella favoriva troppo la dormita;
sentivo il sopore attirarmi come una calamita.
Gli occhi mi si chiudevano, pur non volendo.
Decisamente, un bell’abbiocco, mi stavo prendendo.
Vabbé, solo un breve pisolo, mi ero detto.
A volte aiuta, ma stavolta… (maledetto!)
non è stato sufficiente proprio per nulla,
perché ho dormito beato come in una culla.
E mi son risvegliato stamattina, come un demente,
ancora vestito come la sera precedente.
Con un bel mal di schiena, oltretutto,
e gelo nelle ossa, dappertutto,
per aver dormito fuori dalle coperte;
che non è il massimo, se ormai l’inverno alle porte si avverte.
Mi sono alzato di botto (beh, non esageriamo),
con il corpo che mi chiedeva: “ma dove andiamo?”.
Doccia veloce e cambio di vestito,
e per il lavoro sono partito.
Ma ora che sono sul pullman seduto...
uff…che sonnolenza… quasi quasi... mi appisolo... un.. min...
gp

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