lunedì 20 gennaio 2014

[(s)Concerto poetico n. 171]

La lettera era stata alfine spedita,
così, in qualche modo, sarebbe finalmente finita.
Ci aveva pensato molto, prima di farlo;
e ormai era diventato come un tarlo,
che il suo cervello lentamente erodeva,
mentre lui mai si decideva.
Poi si era finalmente convinto,
e sull'incertezza aveva vinto.
Ora non restava che aspettare la risposta,
e sperare che fosse quella giusta.
Ma il tempo lentamente passava,
e nessuna missiva arrivava.
Quando ormai stava perdendo la speranza,
qualcuno bussò alla sua stanza.
Quando aprì, si trovò di fronte il portiere,
con in mano un grosso paniere,
che recava sul bordo il suo nome
con l'indirizzo, e anche il cognome.
Tremante dalle sue mani lo prese,
e chi lo avesse consegnato gli chiese.
Il portiere disse di averlo sulla porta trovato,
ma non sapeva chi l'avesse portato.
Lui, ringraziandolo, chiuse la porta,
pensando cosa fosse andata storta.
Si decise il cesto quindi ad aprire,
per cosa contenesse così scoprire.
Dentro c'era per due da mangiare,
ed insieme un biglietto che vi vado a recitare:
"Caro amore, la tua lettera ho ricevuto,
ma prima risponderti non ho potuto.
Così ho deciso che, per farmi perdonare,
da questo cesto mi sarei fatta anticipare.
Ma se vorrai ora la tua porta aprire,
il resto che ho da dirti da me potrai sentire."
gp

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