sabato 25 gennaio 2014

[(s)Concerto poetico n. 176]

Sembra che gli studiosi abbiano appurato
che i gatti, per un gatto più grosso ci abbiano scambiato.
E quindi ci farebbero le fusa solo perché così
fanno alla loro mamma: per farsi dar da mangiare e farla restar lì.
Così come sulla pancia le fanno la “pasta”,
per avere il latte di cui non hanno mai basta.
Lo strofinamento che fanno contro di noi con dovizia,
sarebbe lo stesso che i piccoli fanno verso i più grandi per esprimere amicizia.
In ultimo, si salutano tenendo la coda ben alzata,
e perciò anche con noi, se ben disposti, la tengono levata.
Però mi chiedo anche perché mai,
il gatto rosso che abbiamo noi sia un combina guai;
che salta in ogni dove, e pure con le unghie contro le ginocchia,
perché se gli fai (a suo vedere) uno sgarbo, lui ben ti adocchia.
Invece altre volte ti fa le fusa e si strofina,
per poi, senza una comprensibile ragione, darti una morditina.
Ma i gatti, lo sapete anche voi, talvolta sono un po’ lunatici;
e, diversamente dai cani, sono rimasti essenzialmente selvatici.
Quindi possiamo ipotizzare che lui debba ancora ben capire,
se noi siamo “gatti”, o... prede da ghermire.
gp

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