venerdì 4 ottobre 2013

[(s)Concerto poetico n. 63]

L’uomo si era alzato prima del sorgere del sole,
dopo aver dormito a dir poco in modo disagevole.
Sopra il ponte del bastimento
ora stava a piedi nudi sul pavimento.
Guardava le luci all’orizzonte farsi sempre più vicine,
mentre intorno alla nave la scia si riempiva di bollicine.
L’aria era fresca, e contro la sua pelle sapeva di speranza;
e lui, di questa, ne doveva avere per sé e la sua famiglia abbastanza.
Aveva lasciato la stiva pregna di sudore,
e di ogni altro possibile odore
delle centinaia di persone che come lui vi erano pressati:
in un groviglio di lamenti e stanchezza ammassati.
Qualcuno aveva una coperta sulle spalle.
Qualche donna solo un povero scialle.
Erano perlopiù tra loro sconosciuti,
e vivevano da giorni in mezzo ai loro rifiuti.
Per quel viaggio tutti i risparmi avevano speso,
e il futuro, da quello che avrebbero trovato laggiù, sarebbe dipeso.
La loro povertà era dovuta alla guerra;
qualcuno aveva anche perso la propria terra.
Ma ora tutto sarebbe cambiato,
e nella loro nuova patria avrebbero riposato.
Già la costa era ben visibile all’orizzonte,
e insieme a lui altra gente era arrivata sul ponte.
Poteva ormai svegliare anche sua moglie Agnese,
stanca anche perché incinta all’ultimo mese.
E prendere in braccio il piccolo Tommaso,
cui stava di nuovo colando il naso.
Perché tra poco sarebbero finalmente arrivati, dopo tanta fatica,
nella terra delle opportunità... l’America!
gp

Dedicata a chi non ce l’ha fatta.

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