martedì 8 ottobre 2013

[(s)Concerto poetico n. 67]

Da un po’ di tempo preferisco
(e così con una o più categorie infierisco),
vedermi film e telefilm in lingua originale,
piuttosto che trovarmi un doppiaggio… dozzinale.
Questo perché mi sono reso conto
che per, immagino, problemi di traduzione, facendo un confronto
tra quanto recitato dagli attori
e quanto detto dai doppiatori,
spesso ci siano nel parlato variazioni
che a volte stravolgono degli sceneggiatori le intenzioni.
Senza contare che la recitazione originale,
beh, vale decisamente la pena, quando affatto banale.
Devo anche ammettere tra i vari accenti di preferire
gli attori britannici, a quelli che dall’America devono provenire.
Naturalmente, non essendo io praticissimo di inglese
(e se per questo, ancor meno di francese),
con in basso i sottotitoli li guardo;
ma talvolta di tradurre qualche frase da solo azzardo.
Ora, con i canali offerti dal satellitare,
è sempre più facile trovarli già pronti da usare.
Altrimenti, i sistemi soliti già li saprete;
non fatemi dire cose, o faccio un’autorete…
Ho anche convinto, in questa mia mania,
mio figlio a seguirmi nell’anglofilia.
Devo però dire che questo “metodo”,
pure per l’inglese a scuola, gli ha fatto comodo.
Certo, questo sistema di vedere ogni proiezione
prevede molta più attenzione;
ma del resto, io quando guardo qualcosa,
ho da sempre l’abitudine di seguire ogni cosa
per non perdere dei passaggi nella vicenda
(sempre che non sia una cosa tremenda).
E se invece, di star lì davanti non avete intenzione,
seguiteli pure in italiano, e buona visione!
gp

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