mercoledì 16 ottobre 2013

[(s)Concerto poetico n. 75]

Da ieri mattina, in Piemonte, si è acceso il riscaldamento.
O meglio, questo era previsto sul, della Legge, documento.
Poi, può essere che qualcuno, con caldaia autonoma,
prima del tempo l’abbia fatto, senza pensare alla questione economa.
D’altro canto, lo sapete bene, in questi giorni,
mattina e sera ha fatto piuttosto freddo; specie in campagna e dintorni.
Così, dato che il Decreto del 1993 prevede il periodo (salvo deroghe) dal 15 ottobre,
mi son cercato un po’ di informazioni, su questa decisione forse non sempre salubre.
Intanto, come spesso accade, l’Italia è divisa a zone.
Le trovate, ben indicate, in questo link http://is.gd/7lH4fg, divise per regione.
Come potrete vedere, qui da noi, siamo tutto sommato agevolati,
se già da metà ottobre ci troviamo mezzo congelati.
La licenza di riscaldare si protrae poi fino a metà aprile,
anche se, per quell’epoca, che faccia già calduccio è probabile.
La temperatura ammessa nelle case, nelle scuole e negli uffici è di massimo 20 gradi.
Anche se c’è la tolleranza di 2 gradi, siamo sicuri che tutti noi a non superarla si badi?
Si scende inoltre a 18 gradi per i capannoni industriali,
e così per quelli artigianali.
Anche le ore di accensione, sono indicate:
per la nostra zona, al massimo 14 sono autorizzate.
Scendiamo, per altre località, fino a 6 ore giornaliere,
ma sono casi particolari, e perlopiù zone costiere.
Sono indicazioni di legge che forse non tutti sanno;
e il non saperlo potrebbe arrecare al nostro ambiente più danno.
Ché di salvaguardarlo abbiamo un gran bisogno;
e che i nostri figli vivano in un mondo migliore io sogno.
gp

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