giovedì 17 ottobre 2013

[(s)Concerto poetico n. 76]

L’Avversario lo stava aspettando,
al di là di quella porta, forse il momento pregustando.
Il sudore la sua fronte imperlava,
mentre una brutta sensazione covava.
Non si sentiva più invincibile come una volta:
non si può fare a meno di invecchiare, e la vita è crudele, talvolta.
Un tempo avrebbe battuto quel furfante palestrato,
senza neppure avere corto il fiato.
Ora però si sarebbe dovuto mettere più d’impegno,
e affrontarlo con tutto il suo ingegno.
La grande porta già si stava aprendo,
e lui, teso, ad attraversarla iniziò, mentre il sole all’orizzonte stava crescendo.
Intorno all’arena si era raccolta molta gente,
che di veder il vecchio campione cadere, forse già si aspettava (giustamente?).
Ormai non c’era più altro tempo da perdere,
e così si avvicinò al nemico, sentendosi sempre più un rudere.
Prese posto e avviò l’orologio, che iniziò a ticchettare,
e la partita a scacchi, finalmente, poteva iniziare.
gp

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