venerdì 20 dicembre 2013

[(s)Concerto poetico n. 140]

Ogni mattina mi capita, mentre percorro la Statale
(visto che, come la peste, evito la Tangenziale),
nei molti chilometri che devo fare
per raggiungere dove, in settimana, lavorare,
di vedere una lunga fila di automobili
- che talvolta, per il traffico, sono quasi immobili -
percorrere la strada che solitamente faccio,
sia col solleone che con, in terra, il ghiaccio.
Il bello è che la strada opposta alla mia,
quella che esce dalla periferia,
si trova nella stessa identica situazione;
solo che, nell’altra direzione.
E allora vi viene da chiedermi, talvolta,
se non si potrebbe decidere una svolta,
in cui ognuno possa scegliere del lavoro una destinazione
che sia un po’ più comoda dalla propria abitazione.
E se magari durante queste feste, per il fatto che è Natale, capitasse
che alla ripresa la situazione in questo senso migliorasse,
credo che saremmo tutti più contenti,
perché avremmo anche più tempo per i nostri parenti.
Caro Babbo Natale, considera questa come la mia letterina,
e spero di non essere troppo in ritardo, a inviartela stamattina.
gp

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