martedì 31 dicembre 2013

[(s)Concerto poetico n. 151]

E così, giunta è la fine anche di quest'anno;
magari ci siamo arrivati pure con qualche affanno.
Per qualcuno di più, per altri di meno,
è stato un anno che facilmente non dimenticheremo.
Cosa buttereste voi, di questo 2013, dalla finestra,
a parte il solito, che non mangia la minestra?
Ognuno immagino ne abbia, di cose,
perché non son state tutti fiori e rose.
Ma cerchiamo invece di immaginare,
che l'anno che arriva sia pieno di cose da apprezzare.
Che tutti i nostri problemi si risolvano,
e i pesi che abbiamo sul cuore si dissolvano.
Che l’anno prossimo sia più sereno di questo,
senza alcun evento funesto.
Io, lo ammetto, non sono un grande fan del Capodanno;
evito ad esempio tutti quelli che, a divertirsi a tutti costi, stanno.
A sentire i botti, pure male mi fa stare,
quando sento tutti i cani, compreso il mio, di paura uggiolare.
C’è poi quella che suona quasi come una minaccia,
e non è che questo molto mi piaccia:
"Se una certa cosa (vedete voi) farai a Capodanno,
poi la farai per tutto l'anno..."
E chi, per qualsiasi ragione, non la farà?
Senza, tutto l'anno resterà?
Più che una bella festa da celebrarsi,
a me pare un incubo da cui risvegliarsi...
Vabbé, dai, ancora questo sforzo facciamo,
e tutti insieme l’anno in corso indietro ben lasciamo.
Per poi ritrovarci da domani più speranzosi,
che davanti a noi ci siano solo tanti giorni gioiosi.
Questo è il mio augurio di cuore che vi faccio,
dopodiché, fino almeno al prossimo anno, taccio. ^_-
gp

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