lunedì 2 settembre 2013

[(s)Concerto poetico n. 31]

Oggi a lavorare re-inizio,
e non vi dico, ma non vi serve un indizio,
quanta voglia io avessi
di venir stamani. Per fortuna ero in catalessi...
Perché in vacanza ci si abitua
a dormir di più, con la famiglia tua;
ma anche se ci si sveglia alla stessa ora,
non é come doverlo fare quando si lavora.
Comunque, dicevo, la voglia era poca.
Son venuto giusto per responsabilitá, ma 'na roba fioca.
Meglio, probabilmente, sarebbe stato
se per un lavoro più creativo avessi studiato.
E certo non aiuta pensare ai chilometri da fare,
sia per andare che alla sera tornare.
Senza contare che l'autunno é alle porte,
e col brutto tempo la tentazione di non partire é forte.
Specie per me che guidare non piace:
se nevica o ghiaccia non vado col cuore in pace.
Il cambio dell'ora poi lo detesto,
si esce dall'ufficio che é buio pesto!
Non voglio poi neanche parlare
della routine e delle stesse (poche) facce che trovo a lavorare…
Capita però che alla mattina, pensando alla giornata da passare,
con tutte le cose che si sa di dover fare,
si immagini in una maniera la giornata,
mentre ora di sera in modo migliore é passata.
E allora, insomma, non é che sia sempre così male,
andare al lavoro aspettando il Natale.
Anche perché l'Epifania,
come si dice, ogni festa porta via.
E fino ad agosto ci tocca aspettare,
per dal lavoro potersi di nuovo riposare.
gp

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