domenica 29 settembre 2013

[(s)Concerto poetico n. 58]

Il ghepardo, veloce deve correre, se vuole sopravvivere,
e poter anche la sua prole sostenere.
Ma l’uomo no, non ne ha vera necessità;
lo fa solo per sport, nelle gare di velocità.
A meno che non si corra per da qualcuno scappare,
e da questi non farsi in fretta acchiappare...
Allora, perché per strada dobbiamo sempre essere così affrettati?
Sembra che tutto dipenda da quei pochi minuti guadagnati.
Non parliamo delle autostrade dove, chi ha il giusto motore,
cerca di superare a piena velocità senza nessun pudore;
oltrepassando oltretutto senza ritegno i limiti,
pensando (e purtroppo, spesso è vero) di rimanere sempre impuniti.
Ma quando al semaforo uno (o una) ritarda a ripartire un secondo,
da dietro, uno o più clacson vengon premuti a fondo.
E allora ti chiedi cosa accidente debba fare,
questa gente che si mette subito a suonare.
Anche se la vita, è vero, è sempre più veloce,
ogni cosa ha i suoi tempi: è ad esempio problematica, una nascita precoce;
e in certi momenti intimi, mentre state “consumando” (proprio tutto devo spiegarvi?)
sicuramente prima del tempo… dal tavolo non preferirete alzarvi.
I ragazzini poi che vogliono crescere in fretta,
pensando, chissà perché, sia meglio quello che li aspetta,
si perdono cose che sono proprie della giovinezza.
E vederli adulti per forza, fa un po’ tristezza.
“La gatta frettolosa fece ciechi i gattini“,
dovrebbe essere un monito per grandi e piccini.
“Chi va piano, va sano e va lontano”
non merita spiegazione, ma forse spesso è citato invano.
Impariamo invece, nella vita, a prenderci il tempo giusto che meritiamo.
Non c’è fretta di andare da nessuna parte, né di dimostrare che farlo possiamo.
E chi ci vuole bene davvero, sempre con fiducia aspetterà,
il momento che da loro, senza rischiare che non capiti, si arriverà.
gp

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