giovedì 12 settembre 2013

[(s)Concerto poetico n. 41]

Avete mai nella vita provato,
del foglio bianco, terrore immotivato?
Succede, ovviamente, di solito a chi deve scrivere
di romanzi, racconti e poesie. Magari per vivere.
Senza dimenticare i temi scolastici,
che per qualcuno (tipo mio figlio) son veramente ostici.
Personalmente, con falsa modestia, devo dire che non mi è ancora successo.
Sarà che magari scrivo su fogli elettronici (che bello il progresso!),
che contengono già qualcosa di scritto;
e così il problema è circoscritto.
Poi, magari, a breve mi capiterà,
e allora qualcuno molte risate si farà…
Credo sia  proprio questo il trucco per sbloccarsi:
scriver sul foglio prima qualcosa, che c’entri o meno, per baloccarsi.
E superare così questo “blocco dello scrittore”
senza, a causa sua, penare per ore.
Ma se ci pensate, non è bello riempire un foglio di pensieri?
Arrivare all’ultima riga esprimendo i propri desideri,
raccontando di vite altrui, o delle nostre -
anche se non siamo una persona illustre -,
inventare una favola o (ehm…) una poesia
avendo, di scrivere, la frenesia...
Perché, come Glattauer afferma[*] (una cosa mica da niente):
“Scrivere è come baciare, solo senza labbra. Scrivere è baciare con la mente.”
gp

[*] Daniel Glattauer da “Le ho mai raccontato del vento del Nord” – Feltrinelli Ed.

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