mercoledì 25 settembre 2013

[(s)Concerto poetico n. 54]

Il salmone risaliva la corrente
di un agitato torrente.
Salti e cascatelle incontrava,
che con fatica lui scalava.
Perché fare questo sforzo tremendo?
È una cosa che gli capita crescendo:
quando è il momento di riprodursi,
torna dal mare - dopo gli anni ivi trascorsi -,
per tornare al torrente natio,
e finalmente, dopo un marino connubio,
le uova deporre sotto la ghiaia
(sbaglio, se dico che lo fanno a migliaia?).
I torrenti, freschi e ossigenati,
sono l’ambiente ideale per i nuovi nati.
Resta il mistero del perché far tutta questa fatica,
che a starsene nel torrente poteva (qualcuno glielo dica!),
invece di fare ogni volta questa “migrazione genetica”.
Evidentemente però qualcosa ci sfugge,
e le sue ragioni sicuramente saranno le più sagge.
Forse proprio questo dai salmoni dovremmo imparare:
non scegliere mai le cose semplici, datti da fare;
e dalle tue fatiche potrà nascere,
qualcosa per cui merita di vivere.
gp

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