lunedì 9 settembre 2013

[(s)Concerto poetico n. 38]

Le verdi cavallette,
sono atlete perfette:
saltan in un attimo da qui a laggiù,
senza neanche il bisogno di dirgli “Orsù!”.
Loro parenti strette sono le locuste,
quelle con una nomea triste.
Perché seppur di solito siano solitarie,
quando si uniscono in sciami diventan temerarie,
e i campi coltivati poi distruggono:
vi passan come nuvole e dopo fuggono.
Però le cavallette, quelle nostrane,
sono belle da osservare, a saltar come rane.
Ed è romantico sentirle la sera cantare,
per le loro femmine corteggiare.
Questo, certo, succede solo in campagna;
mentre in città, dei rumori del traffico ci si lagna.
Ma a chi ha la fortuna di poterle sentire,
gli fanno una bella serenata, che aiuta anche a dormire.

gp

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